lunedì 16 maggio 2016

Le pagelle del Napoli - Stagione 2015/2016


Reina 6,5: Da quando è tornato a Napoli ha ridato ordine e sicurezza alla retroguardia, infondendole fiducia grazie alla sua enorme personalità. Molti gol sono partiti dai suoi rilanci chirurgici, e si è dimostrato quindi un valore aggiunto anche nell'ambito della manovra. Purtroppo, è apparso tutt'altro che impeccabile in svariate occasioni, e le parate memorabili rimangono pochissime. Merito anche della difesa. Ha dato e ha tolto, come si suol dire.


Hysaj 7: arrivato sotto l'ombra del Vesuvio con il marchio del bidone o, peggio ancora, del mediocre, l'esterno albanese s'è dimostrato affidabile, cattivo agonisticamente e molto accorto in difesa. Dopo un inizio shock sul versante sinistro, ha ritrovato fiducia e misure su quello che gli è più congeniale: quello destro. È ancora acerbo e poco determinato in certe circostanze, ma è ancora giovane e il futuro è tutta dalla sua parte.


Albiol 7,5: dopo un inizio in stile Benitez, Raul Albiol si ricorda di aver giocato nella Nazionale Spagnola più forte di sempre e ricorda, anche, il motivo. Torna leader della difesa e, nonostante i soliti svarioni negli uno contro uno e la sua ormai consolidata lentezza, blinda il reparto con esperienza. Merito anche del suo diretto compagno di reparto, Koulibaly, di cui parleremo dopo. Effettivamente, passare da Britos a questo Koulibaly e a Chiriches è tutt'altra storia.


Koulibaly 9: chi mi segue su Facebook potrà, forse, ricordare delle mie numerose uscite infelici nei suoi confronti. Nell'era Benitez e anche in una disgraziata amichevole precampionato ha mostrato il peggio di sé, lasciando trasparire ancora poca attenzione, inesperienza e scarsa lucidità. I mezzi atletici ci sono sempre stati, ma ho sempre ritenuto che un difensore, forte solo fisicamente, in serie A fa fatica. Sarri, così come aveva fatto con Rugani, rispedisce Koulibaly su un'altra dimensione di gioco, rendendolo un vero e proprio baluardo difensivo. Ha perso sì e no 2 o 3 duelli aerei in tutto il campionato, ha steso con la sua sola forza qualsiasi attaccante che gli si sia parato di fronte e, soprattutto, ha attirato le sirene dei grandi club d'Europa. Ma noi dobbiamo tenercelo ben stretto.


Ghoulam 7: rispetto al disastroso campionato precedente, abbiamo visto dei miglioramenti difensivi, soprattutto nelle diagonali. Purtroppo, i suoi cross non sono stati sempre infallibili (ad essere onesti alcuni si sono rilevati davvero osceni) ma in tante partite si sono dimostrati, invece, piuttosto pericolosi. È stata sicuramente una spina nel fianco per molti avversari, ma lo stesso discorso avanzato per Hysaj, vale per lui: deve migliorare.


Jorginho 8,5: nessuno sembrava più puntare un centesimo su di lui. Scalzato inizialmente da Valdifiori nelle gerarchie, ha preso in mano il centrocampo sciorinando numeri paurosi, e divenendo un elemento imprescindibile della squadra. Gli avversari hanno dovuto prendere le misure per fargli spegnere la luce, ma spesso è riuscito comunque a cavarsela. Il primo Jorginho aveva entusiasmato, il secondo deluso... il terzo, invece, ha certificato il suo reale valore.


Allan 7,5: meriterebbe un voto sicuramente più alto, ma il suo rendimento non è stato sempre costante. In troppe circostanze ha affannato paurosamente, anche a causa dell'assenza di un ricambio adeguato. Ma quando ha giocato da Allan, non ce n'è stato per nessuno: quest'anno ha imparato anche a segnare, il che lo renderebbe ancor più completo. Altro elemento imprescindibile, che va fatto rifiatare di tanto in tanto con un ricambio adeguato, visto che corre non per due, non per tre, ma per cinque.


Hamsik 8,1: qui c'è da fare una premessa. Ho sempre pensato che l'unico, grande limite di Hamsik sia stata la mancanza di personalità, elemento indispensabile nella vita di tutti i giorni, così come nello sport. Ebbene, Marekiaro ha finalmente ritrovato quella continuità di prestazioni persa con Benitez, ma nelle partite decisive ha sempre toppato, e per uno come lui è un peccato mortale. Un vero peccato, perché la manovra del Napoli, senza di lui, perde almeno il 40% della pericolosità. Finita la premessa, l'8 è meritato. Perché 8,1? Semplice. Per i gol segnati in Serie A. 81. Per aver raggiunto Maradona in questa speciale classifica, proprio nella giornata dei record. Quando ha giocato da Hamsik, la differenza s'è vista, e come.


Insigne 7: non sono mai stato un estimatore di Insigne. Ho sempre reputato quasi inutili i giocatori incostanti nel rendimento, e Insigne rientra a pieno merito in questa categoria. Un giocatore talentuoso, ma dall'egoismo spropositato: spesso s'impunta nel voler tentare il colpo da campione, la giocata di fino, ad effetto, per impressionare. Perché lui è Lorenzo il Magnifico, il fuoriclasse. No, Lorè. Tu non sei un fuoriclasse. Sei un incompiuto. E lo dimostrano i 12 gol e le decine di assist da registrare... quasi esclusivamente nel girone d'andata! Dopo il fatal febbraio, infatti, Insigne è tornato a smarrirsi, tentando sempre quella giocata forzata, quel tiro spettacolare, quel dribbling scontato, che ormai conoscono anche in Cambogia. Un talento sprecato. Non posso dargli un voto più alto. Può, e deve, fare di più. Per sé stesso, innanzitutto.


Callejon 8: ha segnato "relativamente" di meno rispetto agli altri anni (13 gol complessivi tra campionato e coppe) ma il suo solito lavoro sporco è stato, come suo solito, notevole. Nel 4-3-3 sarriano trova una collocazione ancor più decisiva, dedita comunque al sacrificio, come ai tempi di Benitez. Altro elemento imprescindibile.


Higuain 36: voto scontato. Sì, 36. Come le 36 perle di una stagione allucinante. Forse irripetibile, sperando di esser smentito. Passare da due rigori decisivi mandati sulla Luna a battere un record che reggeva da 66 anni, sfiorando la scarpa d'oro negatagli solo da il miglior Suarez di sempre è una favola calcistica da raccontare ai posteri. E solo uno con la sua personalità poteva riuscire in un'impresa del genere. Higuain è un fuoriclasse a tutto tondo, nel carattere e sul campo. E gli perdoniamo anche quei nervosismi di troppo.


Gabriel 4,5: un voto forse ingeneroso, ma figlio di un errore che ha inevitabilmente cambiato la stagione. Mai impegnato durante quei pochi stralci di Europa League disputata, ha sostituito Reina come peggio poteva in campionato, dimostrando di non essere all'altezza. Non si giudica un calciatore da una singola partita, è vero, ma io ricordo ancora vivamente le papere di Gabriel con la maglia del Milan, e fare il fenomeno in B con una difesa di categoria superiore non basta. Il rigore parato neanche basta a salvarlo. Nelle poche volte che è intervenuto ha dimostrato pochezza tecnica ed insicurezza, un mix imperdonabile per un portiere. Per fortuna, tornerà alla casa base. Il Milan, che di portieri talentuosi ne ha già abbastanza. Quindi il suo futuro sarà sicuramente altrove. Lontano dal Milan, e si spera, anche dal Napoli.


Chiriches 7,5: la vera sorpresa. Non conoscevo questo ragazzo, e da Tottenham arrivavano voci tutt'altro che rassicuranti. Il problema del conte Vlad è che tende a strafare: l'abbiamo visto contro il Chievo. Ma contro i clivensi abbiamo visto anche un suo gol, così come in Europa League. Sui calci d'angolo è estremamente pericoloso, e sa giocare bene palla al piede. Non ha mai fatto rimpiangere né Albiol, né Koulibaly. Per una rosa competitiva, lui rappresenta indubbiamente un ottimo rincalzo.


Strinic 5,5: dopo aver mostrato buone cose gli anni precedenti, Strinic non ha saputo confermarsi, mostrando un'affidabilità inferiore rispetto all'anno scorso. Un prestazione da schiaffi a San Siro contro l'Inter ha complicato il resto. Niko Kovač, ex C.T. della Croazia, disse di lui: "deve avere più cattiveria agonistica". Non possiamo dargli torto.


May, You Die 5,5: sì, stiamo parlando di Christian Maggio, chi mi conosce ormai lo sa. Anche lui, dopo un inizio orribile, si è prestato ad essere un discreto rincalzo, ma le quotazioni di Hysaj sono salite così tanto da non permettergli di scendere quasi mai in campo. Un mezzo voto in più per il buon apporto dato quando è sceso in campo da subentrato o in Europa League, ma non è più adatto a questo Napoli.


Valdifiori 6: una stagione meno negativa di quello che si potrebbe pensare. Sicuramente non è Jorginho, ma non è neanche un guaio di notte, come si dice spesso qui a Napoli. Valdifiori ha pagato l'inizio sfortunato della squadra, una certa lentezza e l'aver fatto rimpiangere il suo collega italobrasiliano nelle partite che contavano (Villarreal, per esempio). Ha comunque mostrato ciò che di lui già conoscevamo: ottima visione di gioco e piede chirurgico. Ma potrebbero non bastare per una riconferma.


David Lopez 6,5: un mestierante che svolge la classica "vita da mediano", che non sempre ha demeritato. I suoi limiti tecnici e fisici sono notevoli, ma spesso il suo apporto è stato più che utile. Certo, non è Allan, e neanche Hamsik, ma forse si tende a crocifiggerlo troppo.



El Kaddouri 6: sul voto pesano gli errori madornali sottoporta contro Roma e Milan, errori che, per fortuna, Omar non ha ripetuto. Quando è entrato ha dimostrato ottime doti tecniche, qualità già ben note. Ciò che gli mancava ai tempi di Mazzarri era una dimensione tattica ben definita, ma tali colpe vanno imputate soprattutto al tecnico livornese; Sarri ha dato ad El Kaddouri una nuova identità tattica come vice Callejon, e il suo contributo da subentrato è stato più che buono, con qualche gol e numerosi assist. Peccato per quegli imperdonabili errori...


Mertens 6,5: voto di delusione. Può, e deve, fare di più, come Insigne. Ha mezzi tecnici mostruosi, ma nei momenti importanti tende ad innervosirsi troppo e a forzare la giocata. Quando si tratta invece di giocare a brighe sciolte, la differenza si vede. E Mertens diventa devastante. Rimane comunque una riserva di lusso da tener a tutti i costi.


Gabbiadini 7: anche lui, nelle grandi partite, non è riuscito a dare l'apporto sperato, ma la colpa non è stata solo sua. Quando è stato chiamato a sostituire Higuain non ha mai demeritato, esibendosi in giocate ottime e marcando numerosi gol sia nelle coppe che in campionato. 9 reti complessive in 30 presenze, queste ultime quasi tutte da subentrato. Un bottino non indifferente. I segnali di una sua permanenza, però, sono tutt'altro che positivi.

Sarri 9: sin dal suo approdo in terra partenopea, Don Pietro specificò senza alcuna esitazione di esser abituato alle indifferenze delle piazze al suo arrivo. Era successo ad Empoli, è successo a Napoli. I risultati, però, sono stati alquanto evidenti. Dopo un inizio sfortunato e balbettante, è stato un anno pregno di record personali per la S.S.C. Napoli: maggior numero di vittorie in un campionato a 20 squadre, maggior numero di vittorie in casa, imbattibilità casalinga, maggior numero di vittorie consecutive (8). Poi c'è il record di Higuain. Tutto questo, dopo la fallimentare stagione con Benitez. Dopo il dramma di Bilbao. Dopo le sfortunate semifinali contro Lazio e Dnipro. Dopo la Champions soffiata dagli 11 metri. Ancora a vantaggio di quella maledetta Lazio, oggi tornata nel grigiore più totale. Non è mai facile risorgere da un disastro simile, ma Sarri, vestito d'umiltà e di una tuta ormai divenuta iconica (forse poco elegante, ma a noi che importa?) ha messo in campo uno tra i Napoli migliori di sempre, anche tornando su suoi passi in seguito alla comprensione di errori di valutazione (fondamentale il passaggio dal 4-3-1-2 al 4-3-3). Altra bella favola da raccontare. Che sarebbe potuta divenire miracolo. Ma forse, per i miracoli, non siamo ancora attrezzati.

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